San Valentino nella storia della musica
San Valentino nella storia della musica, Valentino festa degli innamorati. Ho scelto di interpretare tre brani per me molto rappresentativi. Ecco un approfondimento, con nozioni prese varie e mie considerazioni.
Amarilli, mia bella
“Amarilli, mia bella” un madrigale monodico composto da Giulio Caccini che fa parte della raccolta di Madrigali e Arie intitolata “Le nuove musiche” e pubblicata nel 1601. Il testo è piuttosto breve e il brano, malgrado le inflessioni in minore, è più rassicurante che triste. Si tratta di un innamorato che vuole convincere la sua donna che solo lei è il suo vero amore. Giulio Caccini è stato un cantante, musicista e compositore molto attivo tra la fine del Rinascimento e l’ inizio dell’ Età Barocca. Era questo il periodo della musica italiana in cui la musica e la canzone subiscono una forte evoluzione. Erano viste, fino ad allora solo, come una forma di diletto. Ma cominciano ad assumere un aspetto sempre più professionale. Il musicista ed il cantante passano da semplici artisti a veri professionisti. Giulio Caccini, riconosciuto precocemente come un talento, studiò, insegnò e visse a Firenze alla corte dei Medici. San Valentino nella storia della musica inizia qui e continua con…
Una furtiva lagrima
“Una furtiva lagrima”, un’aria dell’opera “L’elisir d’amore” di Gaetano Donizetti. E’ cantata da Nemorino nell’ottava scena del secondo atto, quando si accorge di una lacrima spuntata dagli occhi dell’amata Adina. Capisce di essere ricambiato perché la donna si mostra gelosa, che il giovane attragga le ragazze del paese. In realtà lo corteggiano solo per l’eredità appena ricevuta. Nemorino è convinto, invece, sia merito dell’elisir d’amore vendutogli da Dulcamara, in realtà soltanto una bottiglia di Berdeaux.
Sonata per pianoforte n. 14 in Do diesis minore (Sonata al chiaro di Luna)
Per il San Valentino nella storia della musica non poteva mancare la Sonata per pianoforte n.14 in Do diesis minore “Quasi una fantasia”, più comunemente nota sotto il nome di Sonata al chiaro di Luna. Il soprannome attribuitole dal critico tedesco Rellstab), è l’op. 27 n. 2 del catalogo di Ludwig van Beethoven. Fu completata nel 1801 e pubblicata per la prima volta nel 1802 “per il Clavicembalo o Piano-Forte“. Malgrado Beethoven non la considerasse una delle sue migliori sonate è diventata una delle più famose di tutti i tempi. Il maestro aggiunse adirittura la scritta “Quasi una Fantasia“. Questo perché la struttura non rispecchia quella tradizionale di una sonata. La dedicò alla sua alunna prediletta, la diciannovenne, Contessa Giulietta Guicciardi, di cui egli era (o era stato) innamorato. Il loro fu un amore travolgente ma infelice, infatti la contessina sposò un giovane appartenente al suo stesso ceto sociale.
Così si chiude il mio percorso attraverso il San Valentino nella storia della musica, passate una bella giornata dedicata all’amore.
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